8.

Neanche la traduzione-riduzione dei dati in valori quantitativi di un rilevamento sul campo rappresenta un ostacolo al trattamento fenomenologico degli stessi. Del resto, l'opposizione drammatica tra l'analisi quantitativa delle scienze fisiche e l'analisi qualitativa nelle scienze umane è il motivo di una vecchia polemica ottocentesca tardoromantica che si è trascinata con ostinazione persino all'interno di una certa tematica epistemologica e metodologica del secolo scorso. La riduzione della matematica a scienza della quantità è, del resto, errata in generale, perché esiste, come è noto, anche una matematica qualitativa. Le matematiche, piuttosto, sono scienze delle relazioni e proprio per questa loro dote vengono impiegate dovunque occorra connettere delle informazioni qualsivoglia, cioè, in definitiva, dappertutto. Nelle etnie occidentali è subito prevalso, storicamente ed antropologicamente, il principio epistemologico, metodologico e, persino, in certi casi, ontologico - totalmente altro rispetto ai criteri cognitivi di base di etnie non occidentali - che le leggi di connessione dei fenomeni siano matematiche o, comunque, debbano essere espresse in termini matematici. Tale salda e precoce convinzione di base della nostra cultura, sebbene sia operativamente convalidata da una secolare prassi scientifica e tecnica, non possiede alcun fondamento teoretico che la legittimi metafisicamente.

Cosa si intende, allora, con l'espressione sibillina "assunzione e trattamento fenomenologici dei dati di un rilevamento antropologico"?

 

1.     5.

 


Forum