Fenomenologia radicale
Per "fenomenologia radicale" si intende un genere di analisi che tematizza residui fenomenologici isolati mediante un'epoché radicale. Tale epoché, a differenza di quella husserliana, non sospende semplicemente l'atteggiamento naturalistico, bensì la più ampia e complessa sfera dell'obiettivazione. L'atteggiamento naturalistico o mondano, per il quale tutto ciò che si manifesta è sempre inteso come fatto, cosa, oggetto, e l'atteggiamento egologico o soggettivistico, secondo il quale tutto ciò che appare è assunto sempre come vissuto di una coscienza, di un soggetto, sia pure trascendentalmente intesi, si rivelano allo sguardo del fenomenologo radicale come due opposte determinazioni speculative (tra le molte) interne ad un unico atteggiamento fondamentale, l'atteggiamento obbiettivante caratteristico del pensiero occidentale.
La fenomenologia radicale è in grado di mettere allo scoperto e analizzare quell'intenzionalità posizionale della noesis (ossia, il senso) che sfugge di norma all'indigeno, sia quando essa costituisce noemi oggettivi (area occidentale), sia quando essa costituisce noemi iletici (aree non occidentali o non influenzate dalla cultura occidentale). In altre parole, nell'atteggiamento fenomenologico, ogni costituzione noematica ed ogni credenza nella realtà di ciò che la hyle manifesta vengono sospesi, sia nel contesto culturale di iletizzazione che in quello di oggettivazione (area specificamente occidentale od occidentalizzata) e l'intenzionalità di coglimento del fenomenologo serve solo a lasciare emergere ed a registrare il senso vissuto del senso ed il senso vissuto dell'esistenza di qualsivoglia atteggiamento culturale indigeno.