Posizionalità

Anche la fenomenologia radicale, come quella classica husserliana, si basa sulla sospensione, sull'esercizio dell'epoché. Ma non si chiarisce molto se non si distingue la duplice attività della coscienza: attività posizionale e attività di coglimento, altrimenti si potrebbe anche pensare che l'epochè radicale metta totalmente il silenziatore alla coscienza. Invece esercitando l'epochè radicale viene sospesa l'attività posizionale e resta soltanto l'attività di coglimento. Proprio per questo motivo nell'analisi scompare non solo l'oggetto, ma anche il soggetto, in quanto posto dalla noesis.

L'epochè radicale deve dunque partire sempre dalla distinzione delle due modalità dell'intenzionalità: posizionale e di coglimento. L'analisi fenomenologica è un'attività di coglimento che si svolge contestualmente ad una attività posizionale. Questo aspetto non è molto perspicuo in Husserl. Husserl chiarisce perfettamente che l'epochè sospende l'orizzonte di credenza, sospende la posizionalità. Ma cosa resta, procedendo in questo modo? L'intenzionalità non è solo un'attività costitutiva di senso: è pure attività di coglimento. La fenomenologia come analitica che ha neutralizzato l'attività posizionale, evidentemente dell'intenzionalità mantiene in vita soltanto il filone di coglimento, perché altrimenti non sarebbe possibile l'analisi.
Il coglimento della Selbstgegebenheit, dell'originario, è dunque reso possibile dall'atteggiamento fenomenologico, perché è solo l'atteggiamento fenomenologico che sospende ogni posizionalità. E il residuo dev'essere necessariamente di coglimento, non può essere frutto di una posizionalità contestuale.


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